L'argan o argania (Argania sideroxylon / Argania Sideroxylon spinosum) appartenente alla famiglia delle Sapotaceae, è un albero diffuso in Marocco (nelle sue zone sudoccidentali, e in particolare nella pianura del Souss) e nella regione di Tindouf in Algeria. Il nome argan, con cui la pianta è conosciuta, corrisponde al nome locale "tashelhit", in lingua berbera (si tratta di una lingua camitica appartenente alla famiglia linguistica camito-semitica, e quindi imparentata, tra l'altro, con l'antico egizio, ma anche con l'arabo) e significa "olio". Mentre "spinosa" invece deriva dal fatto che i rami sono ricoperti di spine. Come elemento culturale residuo, legato alla antichissima civiltà berbera, i grandi alberi di argan hanno la valenza di simboli della vita, e quello considerato il più vecchio, a Tassila, presso Tamanar, detto “Targante Nchick”, o albero saggio, è festeggiato ogni anno con un raduno popolare, con pranzi, balli e canti tradizionali, ricordando il passato e con la speranza per il futuro. L'argania è un albero dai rami spinosi (da qui l'epiteto specifico spinosa), alto fino a 8 - 10 metri, assai resistente e che può vivere anche 150-200 anni. È una pianta che si è perfettamente adattata all'aridità del sudovest del Marocco, e la sua sagoma è molto caratteristica: chioma ampia e arrotondata, tronco nodoso, tortuoso e abbastanza corto, formato spesso da più parti intrecciate tra loro. La pianta può assumere comunque, in locazioni disagiate, le dimensioni più modeste di un piccolo arbusto. L'argania fornisce un legno molto duro, utilizzato soprattutto come legname da riscaldamento.
I fiori, da bianchi a giallo-verdastri, compaiono tra maggio e giugno. Sono gamopetali (ovvero con i petali della corolla fusi tra loro), con tubo corollino molto corto e sono riuniti in infiorescenze a glomerulo. Il frutto è carnoso indeiscente con esocarpo sottile e membranoso, mesocarpo carnoso, succoso, ed endocarpo legnoso, contenente un solo seme osseo ovale, fusiforme, lunga circa 30 mm, che quando è matura è giallo-bruna e che contiene una "noce" estremamente dura (formata dall'endocarpo legnoso e dai semi). All'interno vi sono fino a tre semi a volte commercialmente chiamati "mandorle di argan". Un albero di medie dimensioni produce circa 8 kg di semi all'anno. Le foglie, verde scuro e coriacee, servono di nutrimento a cammelli e capre. Queste ultime non esitano ad arrampicarsi sui rami per brucarle.
L'albero di Argania è uno degli alberi più antichi presenti sul nostro pianeta. Gli studiosi affermano che la sua comparsa avvenne nel Marocco meridionale nell'Era Terziaria, cioè circa 80 milioni di anni fa. Uno dei primi scritti che parlano dell'Argania Spinosa risale all'inizio del 1200 (1219 per la precisione), contenuto in un'opera di Abu Muhammad Abdallah Ibn Ahmad Ibn al-Baitar Dhiya al-Din al-Malaqi (chiamato anche Ibn al-Baytar), ritenuto uno dei più grandi erboristi del mondo arabo. Quest'albero ricopriva in tempi antichi milioni di ettari mentre oggi, a seguito di una feroce deforestazione causata da agricoltura intensiva, uso massiccio del suo legno e per la mancanza di una politica di protezione dell'ambiente, questa specie, unica al mondo, risulta fortemente minacciata. Gli alberi rimasti vengono "maltrattati" dall'uomo: vengono mutilati per la raccolta dei frutti, le loro foglie vengono raccolte abusivamente per l'alimentazione degli animali, c'è un'eccessiva esportazione del loro legno e la deforestazione per dar posto alla costruzione edile o per altri fini, costituiscono una minaccia per la sopravvivenza di questa specie. I vecchi alberi, quelli antichi, sono morti, mentre nessun nuovo albero è cresciuto. Questo è un serio problema che causa un aumento della desertificazione e dell'erosione del suolo. Ma non tutto è perduto, infatti è da una decina di anni che numerosi studi hanno potuto dimostrare e sostenere il ruolo fondamentale di questa pianta per la biodiversità. In questa zona, situata tra il Sahara e le pianure centrali del Marocco, l'Argania Spinosa è divenuta il simbolo della lotta alla desertificazione. Per merito delle sue profonde radici e della sua chioma di foglie, mantiene il suolo particolarmente fertile, proteggendolo sia dall'erosione eolica sia quella idrica. La popolazione berbera dell'Atlante serve agli ospiti, come il tè, anche l'olio di argan insieme al miele in segno di ospitalità. L'olio estratto dai noccioli dell'albero di Argania è chiamato anche "oro liquido del Marocco" ed è sempre considerato dai berberi superiore all'olio d'oliva.